«Se
sei venuto ad ascoltare un uomo che si suppone trasmetta la saggezza,
hai sbagliato strada, perché la saggezza non si trasmette né
attraverso i libri né attraverso i discorsi; la vera saggezza sta
nel fondo della tua coscienza, così come l’amore vero sta nel
fondo del tuo cuore.
Se
sei venuto spinto dai calunniatori e dagli ipocriti ad ascoltare
quest’uomo con il fine di usare ciò che ascolti come argomento
contro di lui, hai sbagliato strada, perché quest’uomo non è qui
per chiederti niente né per usarti, perché non ha bisogno di te.
Ascolti
un pover’uomo che non conosce le leggi che reggono l’Universo,
che non conosce le leggi della Storia, che ignora le relazioni che
legano i popoli. Quest’uomo si dirige alla tua coscienza lontano
dalle città e dalle loro malsane ambizioni. Là, nelle città, dove
ogni giorno è un affanno troncato dalla morte, dove all’amore
succede l’odio, dove al perdono segue la vendetta, là, nelle città
degli uomini ricchi e poveri, là, negli immensi campi degli uomini,
si è posato un manto di sofferenza e di tristezza.
Soffri
quando il dolore morde il tuo corpo. Soffri quando la fame si
impadronisce del tuo corpo. Ma non soffri solo per il dolore
immediato o per la fame che il tuo corpo sente; soffri anche per le
conseguenze delle malattie che colpiscono il tuo corpo.
Silo nel 2004 a Punta de Vacas. |
C’è
dunque un tipo di sofferenza che non può retrocedere di fronte al
progresso della scienza né di fronte al progresso della giustizia.
Questo tipo di sofferenza, che è strettamente legato alla tua mente,
retrocede di fronte alla fede, di fronte alla gioia di vivere, di
fronte all’amore. Devi sapere che questo tipo di sofferenza è
sempre basato sulla violenza che si trova nella tua coscienza. Soffri
perché temi di perdere ciò che hai, soffri per ciò che hai perduto
o per ciò che disperi di poter raggiungere. Soffri perché non hai,
o perché hai paura... Ecco i grandi nemici dell’uomo: la paura
delle malattie, la paura della povertà, la paura della morte, la
paura della solitudine. Queste sono tutte sofferenze proprie della
tua mente; tutte denunciano la violenza interna, la violenza che
esiste nella tua mente. Considera che questa violenza deriva sempre
dal desiderio. Quanto più violento è un uomo, tanto più grossolani
sono i suoi desideri.
Vorrei
raccontarti una storia accaduta molto tempo fa.
C’era
un viaggiatore che doveva fare un lungo cammino. Così attaccò il
suo cavallo al carro ed iniziò il viaggio; aveva un limite fisso di
tempo per giungere alla sua lontana destinazione. Chiamò l’animale
“Necessità” ed il carro “Desiderio”; chiamò una ruota
“Piacere” e l’altra “Dolore”. Il viaggiatore conduceva il
suo carro ora a destra ora a sinistra, ma non perdeva mai di vista la
sua meta. Quanto più velocemente procedeva il carro, tanto più
rapidamente si muovevano le ruote del piacere e del dolore, che erano
unite dallo stesso asse e trasportavano il carro del Desiderio.
Poiché il cammino era molto lungo il nostro viaggiatore si annoiava:
decise allora di decorare il carro adornandolo di ogni cosa bella, e
così fece. Ma il carro del Desiderio quanto più fu coperto di
ornamenti tanto più divenne pesante per la Necessità che lo
trainava. Ed infatti nelle curve e sugli erti pendii il povero
animale si accasciava, non potendo trascinare il carro del Desiderio.
E sulle strade sabbiose le ruote del Piacere e della Sofferenza
affondavano. Un giorno il viaggiatore disperò di arrivare a
destinazione perché il cammino era ancora molto lungo e la meta
ancora molto lontana. Allora, quando scese la notte, decise di
meditare; e mentre meditava udì il nitrito del suo cavallo. Comprese
il messaggio che questo gli inviava e così, la mattina seguente,
liberò il carro di tutti gli ornamenti, lo alleggerì di tutti i
pesi, e quella stessa mattina, molto presto, cominciò a trottare con
il suo animale, avanzando verso la sua destinazione. Ma il tempo che
aveva perduto era ormai irrecuperabile. La notte seguente tornò a
meditare e un nuovo avvertimento del suo amico gli fece comprendere
che ora doveva affrontare un nuovo compito; e questo compito era
doppiamente difficile perché significava il suo distacco, la perdita
del suo attaccamento. Di buon mattino sacrificò il carro del
Desiderio. E’ certo che così facendo perse la ruota del Piacere;
però, con essa, perse anche la ruota della Sofferenza. Montò in
groppa all’animale della Necessità e cominciò a galoppare per le
verdi praterie fino ad arrivare alla sua destinazione.
Considera
come il desiderio ti può limitare. Ci sono desideri di differente
qualità. Ci sono desideri grossolani e ci sono desideri elevati.
Eleva il desiderio! Supera il desiderio! Purifica il desiderio! Così
facendo dovrai sicuramente sacrificare la ruota del piacere ma con
essa perderai anche la ruota della sofferenza.
La
violenza nell’uomo, mossa dai desideri, non rimane racchiusa nella
sua coscienza, come una malattia, ma agisce anche nel mondo degli
altri uomini, si esercita sul resto degli esseri umani. Non credere
che quando parlo di violenza io mi riferisca solo alla guerra ed alle
armi con cui gli uomini distruggono gli uomini: questa è una forma
di violenza fisica. C’è una violenza economica. La violenza
economica è quella che ti fa sfruttare l’altro; eserciti violenza
economica quando derubi l’altro, quando non sei più il fratello
dell’altro ma un animale rapace nei confronti del tuo fratello. C’è
anche una violenza razziale. Credi di non esercitare violenza quando
perseguiti un altro perché è di razza differente dalla tua? Credi
di non esercitare violenza quando lo diffami perché è di razza
differente dalla tua? C’è una violenza religiosa. Credi di non
esercitare violenza quando non dai lavoro a qualcuno, o gli chiudi la
porta in faccia, o lo allontani da te perché non è della tua
religione? Credi di non essere violento quando rinchiudi tra le
sbarre della diffamazione chi non professa i tuoi princìpi? Quando
lo costringi a rinchiudersi nella sua famiglia? Quando lo costringi a
rinchiudersi tra i suoi cari perché non professa la tua religione?
Ci sono poi altre forme di violenza, quelle imposte dalla morale
filistea.
Tu
vuoi imporre il tuo modo di vivere ad altri, tu devi imporre la tua
vocazione ad altri... Ma chi ti ha detto che sei un esempio da
seguire? Ma chi ti ha detto che puoi imporre ad altri un modo di
vivere solo perché è quello che piace a te? Da dove viene lo
stampo, da dove viene il modello perché tu voglia imporlo?...
Questa è un’altra forma di violenza. Puoi porre fine alla
violenza, in te e negli altri e nel mondo che ti circonda, unicamente
con la fede interiore e la meditazione interiore. Le false soluzioni
non possono porre termine alla violenza. Questo mondo sta per
esplodere e non c’è modo di porre termine alla violenza! Non
cercare false vie d’uscita! Non c’è politica che possa risolvere
questa folle ansia di violenza. Nel pianeta non c’è partito né
movimento che possa porre termine alla violenza. Con false soluzioni
non è possibile estirpare la violenza che è nel mondo... Mi dicono
che i giovani, alle più diverse latitudini, cercano false vie
d’uscita per liberarsi della violenza e della sofferenza interiore
e si rivolgono alla droga come ad una soluzione. Non cercare false
vie d’uscita per porre termine alla violenza.
Fratello
mio: segui regole semplici, come sono semplici queste pietre, questa
neve e questo sole che ci benedice. Porta la pace in te e portala
agli altri. Fratello mio, là nella storia c’è l’essere umano
che mostra il volto della sofferenza: guarda quel volto pieno di
sofferenza... ma ricorda che è necessario andare avanti, che è
necessario imparare a ridere e che è necessario imparare ad amare.
A
te, fratello mio, lancio questa speranza; questa speranza di gioia,
questa speranza di amore affinché tu elevi il tuo cuore ed elevi il
tuo spirito, ed affinché non dimentichi di elevare il tuo corpo.»
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