domenica 25 novembre 2018

L’OPINIONE DEI CITTADINI NON CONTA: A ROMA CONTINUA LA PRIVATIZZAZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO



L’11 novembre scorso c’è stato un referendum sulla privatizzazione del trasporto pubblico a Roma.
Sei andato a votare? E che importanza ha?
Non sei andato a votare? E che importanza ha?
Hai votato Sì? Hai votato No? E che importanza ha?
Il processo di privatizzazione va avanti, comunque.
L’assessorato alla Città in Movimento di Roma Capitale ci fa sapere che è stato indetto un Bando per affidare due lotti, rispettivamente di 16,2 e 13,7 milioni di vetture/chilometro annue, ad aziende private.
Si continua quindi a puntare sul privato per il trasporto su gomma nelle aree periferiche.
D'altra parte, già oggi, in alcune aree periferiche della città il trasporto pubblico locale non è gestito direttamente dal pubblico, con conseguenze assolutamente negative, sia per i lavoratori che per i cittadini.
Infatti, in periferia, i bus gestiti dai privati già esistono. Come funzionano? Chiediamolo a chi, in periferia, attende un'ora e mezza alla fermata e ai lavoratori che non vengono pagati regolarmente.
Quindi la privatizzazione va avanti.
Nonostante il M5S si sia espresso per il No al referendum e ha in mano l’amministrazione capitolina, non c’è politica che tenga: la privatizzazione va avanti.
Perché quindi meravigliarsi quando la maggioranza dei cittadini dimostra di non avere più fiducia nella politica, quando questa, sia a livello locale che nazionale, si dimostra così succube degli interessi di chi vuol fare affari sulla loro pelle?
Ecco perché la stragrande maggioranza degli elettori non ha ritenuto utile andare a votare al referendum dell’11 novembre.
Perché dovrei dire Sì o dire No, quando chi dovrebbe tener conto della mia opinione non lo fa?


Roma, 25 novembre 2018

domenica 18 novembre 2018

RIFIUTI A ROMA: LA GESTIONE CENTRALIZZATA HA FALLITO



La situazione disastrosa della gestione dei rifiuti è uno dei fattori che più incidono sul degrado della città di Roma. Aree sempre più numerose e sempre più ampie della nostra città sono diventate discariche a cielo aperto, alcune anche molto vicine a scuole e ospedali.

Le tonnellate di rifiuti che vengono prodotte quotidianamente a Roma sono circa 4.600, mentre la percentuale di raccolta differenziata è ferma al 43%. Come se non bastasse, l’AMA, a cui è affidata la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel comune di Roma, è in crisi profonda e proprio in questi giorni si sta cercando di evitare il suo fallimento.

Quali sono le proposte umaniste?

La nuova concezione del ciclo dei rifiuti implica di incentivare il recupero e la trasformazione degli stessi, quindi il concetto di smaltimento viene ad essere sostituito con quello di raccolta differenziata.

-          Programma comunale “Rifiuti Zero” per la riduzione dei rifiuti alla fonte con l’obiettivo di portare a zero i rifiuti non recuperati e non recuperabili, coinvolgendo i cittadini nel raggiungimento degli obiettivi.

-          Forte incremento e incentivazione della raccolta differenziata e aumento della differenziazione, separando tra loro i diversi tipi di metallo, vetro e materie plastiche. Agevolazioni sulla tassa rifiuti per i condomini che recuperano di più.

-          Incrementare il monitoraggio da parte dell’AMA e del Comune dei rifiuti prodotti dalle aziende.

-          Estensione a tutto il territorio comunale della raccolta dell’umido per la produzione di compost, della raccolta delle pile e batterie scariche, farmaci scaduti e materiali elettronici obsoleti.

-          Esclusione del ricorso agli inceneritori privi di recupero energetico, a favore del riciclaggio, compostaggio e riduzione dei rifiuti.

-          Informazione capillare della popolazione su come ridurre i rifiuti e aumentare il riciclaggio.

È evidente in queste proposte la necessità del coinvolgimento dei cittadini e per fare questo c’è bisogno di un deciso decentramento del potere decisionale. Anche la gestione dei rifiuti dev’essere decentrata, come minimo a livello municipale. La gestione centralizzata, come d’altronde per tutti gli altri problemi che ricadono sulla pelle dei cittadini, ha fatto il suo tempo e continua a dimostrare il suo irreversibile fallimento.
   
Per il Partito Umanista solo direttamente i cittadini possono decidere i modi e i tempi con cui si possono implementare, quartiere per quartiere, la raccolta differenziata, il monitoraggio dei rifiuti prodotti dalle aziende, la raccolta dell’umido e l’informazione sulle modalità di riduzione dei rifiuti e di incremento del riciclaggio. Ogni quartiere deve avere il personale del municipio corrispondente sufficiente per mettere in pratica ciò che viene deciso e il ruolo del Comune sarebbe quello di coordinare tra loro tutte le attività decise dai comitati di cittadini dei vari quartieri. 
  
Roma, 18 novembre 2018

martedì 13 novembre 2018

SGOMBERO BAOBAB: UN ATTO DI GUERRA


Non si tratta solo di razzismo. Lo sgombero della struttura di accoglienza Baobab eseguito dalle forze dell’ordine all’alba di oggi è un vero e proprio atto di guerra nei confronti dei più poveri, dei più sfruttati, delle persone che non hanno nulla e che ora non hanno nemmeno un posto dove ripararsi.
Inoltre, anche se non fosse così, non è certo andando avanti soltanto con gli sgomberi che il problema, sul piano sociale, si risolve. Nel migliore dei casi sarebbe solo un modo per non vedere il problema, per nascondere la polvere sotto il tappeto.
Come ogni governo reazionario, comunque, anche quello attuale sta svolgendo il suo mandato: cercare di disciplinare, anche con la violenza, il caos generato dagli appetiti sempre più insaziabili di chi detiene il potere economico, riducendo sempre più esseri umani in condizioni di povertà assoluta. Le persone ospiti del Baobab non erano lì per caso. Costretti a fuggire da condizioni invivibili, erano state accolte in questa struttura, nel tentativo di costruire un percorso vitale più umano.
Ma la povertà conviene a chi possiede il potere economico e più disagevoli sono le condizioni di vita, maggiori sono le possibilità di trovare persone disponibili a farsi sfruttare pur di non morire di fame. Quindi anche l’esistenza di una struttura, come il Baobab, che ospitandole riduce, anche se minimamente, il loro disagio, possono intralciare il programma di sfruttamento massivo di quante più persone possibili.
Si può facilmente dedurre che tutto questo non genera maggiore ordine e legalità, come recita la propaganda governativa, ma ulteriore tensione sociale e quindi, come nelle speranze di chi ama usare le ruspe e i blindati, maggiore repressione e violenza.
Ecco, quindi, che il cerchio si chiude. Ecco, quindi, la grande bugia. Il governo attuale che declama ogni giorno la sua indipendenza dai poteri più forti si sta rivelando per quello che realmente è: il governo più servo di tali poteri che mai si sia visto da quando esiste la Costituzione. Bisogna andare indietro al ventennio fascista per trovarne uno altrettanto servile.  
Quando questi burattini, che oggi fanno i ministri, non serviranno più, saranno bruciati. E noi, almeno in quell’occasione, non faremo da pompieri.
Nel frattempo faremo di tutto affinché la politica diventi veramente uno strumento di liberazione per l’essere umano.