mercoledì 12 dicembre 2018

VIA SALARIA: L’INCENDIO DI UN IMPIANTO, IL FUMO DELLA POLITICA


Ogni volta che succede un evento come quello dell’incendio che ha praticamente distrutto l’impianto AMA di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti urbani a via Salaria a Roma sorge spontaneamente una domanda: in che cosa saranno mai impegnate le istituzioni da tenerle così lontane dalla vita reale di una città o di una nazione?
Sono passati ben sette anni e mezzo da quando sono iniziate le mobilitazioni contro un impianto che ha suscitato un importante allarme per la salute pubblica: pediatri che hanno segnalato che il 70% dei bambini della zona soffrono di problemi respiratori e che quindi sono costretti ad andare a scuola con le mascherine, aumento dell’uso di farmaci, non solo per le patologie respiratorie, ma anche per disturbi psichici e del sonno, un numero notevole di persone che lamenta bruciore agli occhi.
Non solo: centinaia di segnalazioni e denunce alla Asl e alla polizia, due inchieste aperte alla procura, una relazione dell’Arpa che segnala che in quell’impianto i rifiuti non riescono ad essere trattati completamente con una percentuale di scarti superiore al doppio di quella standard, che non avviene alcun riciclo di materiale, che c’è un indice di putrescenza di più di quattro volte superiore a quello autorizzato.
E ancora: già nel 2015 era avvenuto un incendio simile; denunce da parte dei sindacati per la mancanza di sicurezza dei lavoratori in quanto l’impianto lavorava spesso con una fossa quasi sempre piena e con una manutenzione che non si riusciva a fare; pareri di tecnici che hanno segnalato che la coabitazione di un impianto del genere con un centro abitato è impossibile; interpellanze parlamentari, infopoint, presidi, lo sciopero della Tari, i blocchi della Salaria.
Di fronte a tutto questo le istituzioni hanno solo risposto con promesse di chiusura dell’impianto, non una sola volta, ma nel 2014, a inizio 2015, a fine 2015, a inizio 2016, nel 2017, entro il 2018.
Tutte promesse mai mantenute. Solo fumo negli occhi. Fumo come quello che l’11 dicembre scorso si è sprigionato da un impianto assolutamente dannoso per migliaia di persone.
Ma oltre all’impianto, ciò che è andato in fumo è proprio la politica, sostituita, ormai da decenni, dalla semplice amministrazione delle varie emergenze, senza alcun segno anche minimo di progettualità, di programmazione. Anzi è proprio la mancanza totale di progettualità che ha reso più frequenti le emergenze.
Sono decenni che a Roma, come in gran parte del paese, si parla di nuova concezione del ciclo dei rifiuti, che implicherebbe l’incentivazione del recupero e della trasformazione degli stessi, per cui  il concetto di smaltimento verrebbe sostituito da quello di raccolta differenziata. Se si fosse cominciato a lavorare subito a questo progetto oggi non saremmo qui a chiedere alle altre regioni e ad altri paesi europei di ricevere i nostri rifiuti urbani, con tutti i rischi associati al trasporto per migliaia di chilometri di materiali potenzialmente tossici.
Non è più tempo di perdere tempo. L’incendio dell’impianto su via Salaria rappresenta l’ennesimo segnale che bisogna cominciare subito a mettere in atto le proposte che il Partito Umanista già fece nel suo programma per le elezioni comunali del 2006:
Programma comunale “Rifiuti Zero” per la riduzione dei rifiuti alla fonte con l’obiettivo di portare a zero i rifiuti non recuperati e non recuperabili, coinvolgendo i cittadini nel raggiungimento degli obiettivi.
Forte incremento e incentivazione della raccolta differenziata e aumento della differenziazione, separando tra loro i diversi tipi di metallo, vetro e materie plastiche. Agevolazioni sulla tassa rifiuti per i condomini che recuperano di più.
Incrementare il monitoraggio da parte dell’AMA e del Comune dei rifiuti prodotti dalle aziende.
Estensione a tutto il territorio comunale della raccolta dell’umido per la produzione di compost, della raccolta delle pile e batterie scariche, farmaci scaduti e materiali elettronici obsoleti.
Esclusione del ricorso agli inceneritori privi di recupero energetico, a favore del riciclaggio, compostaggio e riduzione dei rifiuti.
Informazione capillare della popolazione su come ridurre i rifiuti e aumentare il riciclaggio.
        

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