mercoledì 27 giugno 2018

LE PROPOSTE UMANISTE PER LA SALUTE

Situazione attuale

L’Italia è uno dei paesi dove maggiore è la speranza di vita alla nascita. Dagli anni ’70 sono diminuite le malattie cardiovascolari, la mortalità infantile e sono state debellate molte malattie infettive. Ma le disuguaglianze riguardo allo stato di salute non sono diminuite e, al contrario, sono addirittura aumentate: le persone più abbienti e con maggior reddito hanno una speranza di vita più alta e sono soggette a meno malattie e disabilità che i poveri.

Nodi attuali e tendenze future

L’obiettivo delle riforme sanitarie degli ultimi decenni è stato quello di far quadrare i conti e per questo sono state introdotte vere e proprie “regole di mercato” con il pretesto di aumentare l’efficienza del servizio.

Il peso crescente della spesa sanitaria privata, l’introduzione di meccanismi di gestione privatistici, l’aumento dei ticket, le campagne di diffamazione indiscriminata della sanità pubblica, il prevalere delle ragioni di bilancio su quelle della salute della popolazione, hanno il loro correlato nel deterioramento delle condizioni di lavoro degli operatori medici e infermieri e nella grave carenza di cure per i malati cronici, gli immigrati, i poveri, i disoccupati, le persone a basso reddito e tutti coloro che non possono permettersi le cure di un centro specializzato privato.

Proposte

- La gratuità e la buona qualità dei servizi sanitari devono essere garantiti per tutti gli abitanti.

- La Salute è un diritto acquisito al momento della nascita e in nessun caso può diventare un affare economico.

- No a qualsiasi forma di privatizzazione, aperta o mascherata, della Sanità.

- Abolizione dell’aziendalizzazione e di tutti i ticket (partecipazioni al costo) per le prestazioni sanitarie, siano essi in base al tipo di servizio o al reddito.

- La quota del PIL destinata agli investimenti (che non si chiameranno più “spese”) nella Sanità dovrà corrispondere ad una percentuale calcolata per garantire buona qualità e gratuità dei servizi sanitari per tutti gli abitanti, con un maggiore apporto alla quota destinata alla prevenzione e alla ricerca.

- Le ASL (Aziende Sanitarie Locali) si trasformeranno in ASD (Aziende Sanitarie Democratiche), decentrate uniformemente sul territorio, con risorse gestite direttamente (e non assegnate dalla Regione) secondo la quota capitaria assegnata dal SSN. La gestione delle ASD sarà in mano a tutti coloro che operano in essa (personale medico, infermieristico, tecnico, ecc.) e a rappresentanti degli abitanti destinatari del servizio in quel distretto.

- Il medico di base avrà un massimo di 500 assistiti a parità di salario.

- Assunzione di tutti i medici disoccupati per adibirli a: attività di prevenzione ed educazione sanitaria (scuole); servizi a domicilio e territoriali per anziani, malati psichiatrici.

- Abbattimento (grazie soprattutto alla riforma delle ASD) dell'80% delle procedure burocratiche.

- Potenziamento dell'Assistenza Domiciliare.

- Attività di prevenzione e di diagnosi precoce in tutti gli ambienti sociali.

- Per tutti gli stranieri gli stessi diritti e le stesse opportunità dei cittadini italiani.

- Riconoscimento e regolamentazione delle medicine alternative, come complemento della medicina convenzionale all'interno del sistema sanitario pubblico e gratuito.

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