Gli umanisti propongono di
rovesciare l'attuale approccio repressivo, per cui l'immigrazione è vista come
un problema di ordine pubblico e di adottare invece un'impostazione basata sui
diritti umani, sull’apertura delle frontiere e sull'accoglienza.
Tale politica servirà, tra l'altro,
a colpire le organizzazioni criminali che oggi si arricchiscono sulla pelle dei
disperati in fuga dalla miseria e dalla guerra.
L'immigrazione non è una minaccia
per la società, ma un'occasione di arricchimento e comunicazione tra culture
diverse.
Le prime misure da adottare
riguardano:
- la regolarizzazione di tutti i
residenti di fatto;
- la chiusura dei Centri di
Permanenza per i Rimpatri, che nei fatti sono centri di detenzione;
- l’organizzazione in tutte le
città di “residenze di accoglienza”, dotate di centri di informazione e di
assistenza sanitaria;
- il trasferimento delle competenze
in materia dal Ministero dell’interno ad un istituendo Ministero dei diritti
umani.
- l’apertura delle frontiere, anche
come strumento per combattere la criminalità;
- la destinazione del 2% reale del
PIL all’aiuto ai Paesi d’origine dell’immigrazione.
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